1. |
Ultimo treno
04:03
|
|||
Passato è l'inverno, passata è l'estate,
passato è anche l'ultimo treno.
Milano è lontana ma fatti coraggio
ché ancora il tuo cielo è sereno.
La pioggia che batte sui tetti riaccende
ricordi di tanti anni fa
e quattro ragazzi giocavano insieme
vivevano di libertà,
dai vetri appannati li posso vedere
usando un po' la fantasia,
ritornano in mente quei mille momenti,
quei giorni che io no, non scorderò mai.
E Paolo voleva giocare, giocare a pallone in terrazza,
Giancarlo faceva la palla con la carta straccia,
Marco faceva la porta sul muro con del carboncino,
e allora correvo a calciare ed ero bambino.
La casa in campagna, le corse sull'erba,
il fiume che scorre e che va.
Battaglie di carta sui banchi di scuola,
da grande che cosa farai?
Ma un treno che parte non può cancellare
un amico, una vita, una storia,
non voglio pensare che ormai sia finita,
mi basta di averla vissuta, poi chissà.
Ma Paolo a che serve studiare Gozzano e la nonna Speranza,
Giancarlo di Dante e Petrarca ne aveva abbastanza,
Marco sapeva a memoria la Storia e la Filosofia,
io non mi accorgevo che il tempo se ne andava via.
Passato è l'inverno, passata è l'estate,
passato è anche l'ultimo treno.
Milano è lontana ma fatti coraggio
ché ancora il tuo cielo è sereno.
I quattro ragazzi non sono più insieme,
ognuno per la propria via,
a ognuno una strada, a ognuno un amore,
a ognuno una storia diversa, poi chissà.
|
||||
2. |
Mariolina
04:00
|
|||
Conoscevo una ragazza la cui bocca sapeva di mare,
occhi grandi da bambina e un vestito fantasia.
E la sera passava così, in mezzo a frasi fatte ed illusioni,
Mariolina prendeva un tassì, mi regalava amore
ma non lo sapeva.
Se l'autunno raccontava la sua storia, una canzone,
quando venne primavera la sua favola sfiorì,
io cercavo di inventarmi una scusa, una ragione,
ma le strade erano tante, io non trovavo quella mia.
E la notte veniva così, quattro salti ed una sigaretta
Mariolina diceva di sì, anche quando forse non voleva.
E un'amara tristezza mi scendeva nel cuore,
non trovavo il coraggio per parlarle d'amore.
Conoscevo una ragazza la cui bocca sapeva di mare,
occhi grandi da bambina e un vestito fantasia.
Le mie sere di cartone le ho lasciate alla finestra,
ma rimpiango quella seta che una lacrima rigò.
E la notte finiva così, come qualche cosa che cadeva,
Mariolina chiamava il tassì, non ricordo se pioveva o se piangeva.
E una triste amarezza scende lenta nel cuore,
ogni volta che dentro c'è qualcosa che muore .
|
||||
3. |
Quel giorno
04:37
|
|
||
Mia madre ricorda quel giorno
velato da occhi di pianto
l'estate tranquilla bruciava i suoi giorni
ed anche i miei sogni
Mio padre con gli occhi di ghiaccio
contava io ricordi rimasti
erano stelle ancora non bianche
ma stavano in cielo
Nell'aria rumore di passi, campane e dolore
le strade deserte mostravano un solo colore
mia madre che non ci credeva mi strinse la mano
e allora si ruppe l'incanto e capì che davvero
ero morto
La chiesa sembrava affollata
Che fate? Piangete davvero?
mia madre finita la messa gridava il mio nome
gli amici riuniti nei bar a parlare del come
ero morto
|
||||
4. |
Ugo, dove vai?
02:39
|
|||
Ugo, cosa fai?
L'estate è ormai lontana,
lei è volata via.
Ugo, ma dove vai?
La strada è troppo lunga
e lei non pensa a te.
Non pensa a te.
No! No!
Ugo, ma cosa vuoi?
La notte ti ha ingannato
con favole e poesia.
Ugo, ma dove vai?
La strada è troppo lunga
e lei non pensa a te.
Non pensa a te.
No! No!
Ugo, dove vai?
Lo zaino sulla spalla,
negli occhi una poesia.
Ugo, ma dove vai?
La strada è troppo lunga
e lei non pensa a te.
Non pensa a te.
No! No!
Non pensa a te.
|
Ugo Moscato Palermo, Italy
Ugo Moscato vive a Palermo (Italy).
Scrive canzoni.
Suona la chitarra, il basso, l'armonica...
Ama l'home-
recording.
Influenze: The Beatles, Ivan Graziani, Lucio Batttisti, Francesco De Gregori, Renzo Zenobi, Neil Young, James Taylor, Paul Simon, Edoardo Bennato.
... more
Streaming and Download help
Ugo Moscato recommends:
If you like Ugo Moscato, you may also like:
Bandcamp Daily your guide to the world of Bandcamp